La storia di Edward Bach, scopritore delle essenze floreali chiamate fiori di Bach, è molto bella e densa di umanità. Egli era un batteriologo e omeopata in carriera negli anni ’20 dello scorso secolo, che a un certo punto decise di lasciare il suo lavoro di medico e ricercatore nell’ambiente londinese più ambito, quello dell’University College.
Questa spinta gli venne dettata dalla necessità di ricercare un metodo che aiutasse le persone a guarire in modo semplice e naturale, che non comportasse alterazioni, difficoltà aggiunte e corruzioni. Egli affermava la necessità di trovare il senso della malattia attraverso l’apertura all’analisi delle disarmonie dello spirito, ai sentimenti negativi che coinvolgono l’uomo e che influiscono sul benessere dell’organismo.
I benefici dei fiori di Bach quindi, possono essere presentati grazie a queste parole scritte dall’autore nel 1934:
“Fiori, cespugli e alberi non coltivati di ordine superiore hanno, grazie alla forza della loro vibrazione, la capacità di aumentare le nostre e di aprire i canali di comunicazione col nostro Io spirituale; di inondare la nostra spiritualità con le virtù di cui abbiamo bisogno e di purificare con ciò le carenze caratteriali che sono all’origine delle nostre sofferenze. […] Non ci guariscono per il fatto di agire direttamente sulla malattia, ma perché inondano il nostro organismo con le vibrazioni positive del nostro Io Superiore, di fronte al quale la malattia si dissolve come neve al sole. Non vi è una vera guarigione senza un cambiamento del modo di vivere, senza la pace dell’anima, senza una sensazione di gioia interiore.”